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La chiamata di Dio
 

 

Per annunciare l’Evangelo di Dio è indispensabile una chiamata rivolta direttamente da Dio.

Il profeta Geremia fu investito di tale chiamata:
La parola del Signore adunque mi fu indirizzata, dicendo: Io ti ho conosciuto, avanti che ti formassi nel ventre; e avanti che tu uscissi della matrice, io ti ho consacrato, io ti ho costituito profeta alle genti. Ed io risposi: Ahi! Signore Iddio! ecco, io non so parlare; perciocchè io son fanciullo. E il Signore mi disse: Non dire: Io son fanciullo; perciocchè tu andrai dovunque io ti manderò, e dirai tutte le cose che io ti comanderò. Non temer di loro; conciossiachè io sia teco per liberati, dice il Signore. E il Signore distese la sua mano, e mi toccò la bocca. Poi il Signore mi disse: Ecco, io ho messe le mie parole nella tua bocca. Vedi, io ti ho oggi costituito sopra le genti, e sopra i regni; per divellere, per diroccare, per disperdere, e per distruggere; ed altresì per edificare, e per piantare” (Geremia 1:4-10).

In un tempo in cui il popolo di Dio era sceso ai livelli più bassi di moralità e di apostasia, in cui la vita dello spirito era agonizzante, il Signore interviene con la sua autorevole Parola e la indirizza ad un ragazzo il quale consapevole delle sue limitazioni avverte: “Non so parlare”. L’Evangelo di Dio è partecipato a coloro che non credono di avere una straordinaria proprietà di linguaggio o arte oratoria ma il cui intento è di dire “tutto quello che io ti comanderò”.

Geremia fu stabilito per annunciare il messaggio di Dio non solo per la nazione d’Israele e al suo re ma a tutti coloro il cui interesse era rivolto a conoscere la volontà di Dio. Similmente l’Evangelo di Dio investe ed è indirizzato non solo al suo popolo ma a tutte le genti: “Iddio ha tanto amato il mondo che ha dato il suo unigenito figlio affinché chiunque crede in Lui non perisca ma abbia la vita eterna” afferma l’Evangelo di Giovanni (Giovanni 3:16).

Il significato del nome Geremia è “Dio innalza”, e nel pensiero di Dio c’era la volontà di elevare il suo popolo dalla condizione di miseria e di sviamento in cui si era venuto a trovare. Per fare ciò era necessario sradicare, estirpare tutte quelle radici di male, odio e gelosia che hanno permesso a giganteschi alberi di crescere, Dio interviene con la sua Parola, per tagliare alla radice ogni albero (opere umane colorite dell’Evangelo di Dio) che non porta frutto alla sua gloria.

Demolire ogni muro che è stato edificato per dividere, per separare e porre ostacolo al cammino dei suoi fedeli. Abbattere, intervenire con determinazione contro le roccaforti e i bastioni del potere umano e religioso che nel tempo si sono venute a creare intorno all’Evangelo di Dio. Distruggere, disintegrando e riducendo al niente le cose che non sono, su cui si sono poggiati gli occhi del suo popolo.

Tutto ciò al fine di livellare e permettere di costruire avendo come base e principio la Parola di Dio per poi poter edificare l’edificio di Dio con pietre viventi per essere una casa spirituale, per offrire sacrifici spirituali, graditi a Dio per mezzo di Gesù Cristo. Piantare nei cuori dei suoi figli “tutte le cose vere, onorevoli, giuste, pure, amabili e di buona fama” che sono principi di un processo spirituale, facendo frutti spirituali quali segni inequivocabili di appartenenza al suo gregge.

Se al tempo di Geremia la Parola era stata data per sollecitare il popolo al ravvedimento e lasciare le vie malvagie, la stessa Parola oggi, per lo Spirito, fa pressione a quei cuori sensibili alla sua voce per riconoscere il tempo opportuno e prendere una coraggiosa posizione davanti a Dio affinché Lui possa iniziare a costruire e a piantare ogni edificio e alberi per la sua gloria, in modo che l’Evangelo di Dio sia innalzato, perché solo quando Lui sarà innalzato attirerà tutti a sé.


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